Il progetto “Vivi Plastic Free”, presentato da Ri.nova, società specializzata nella ricerca scientifica in ambito agroalimentare di Cesena (Fc), si avvale della collaborazione con l’Università di Modena per ridurre la presenza di plastica nel vigneto e in cantina fino al 60%.
Nella filiera vitivinicola la plastica convenzionale viene utilizzata principalmente per la produzione di tappi per la chiusura di vini e per la realizzazione di legacci da utilizzare sulle viti in fase di allevamento, potatura e nel caso di innesti.
Col progetto Vivi Plastic Free si intende sostituire la plastica con un biofiller, un nuovo prodotto sostenibile da un punto di vista ambientale ed economico, creato dagli scarti della produzione vitivinicola, che può essere trasformato attraverso un processo replicabile su scala industriale.
“La sostenibilità ambientale ed economica oggi è cruciale per qualunque settore produttivo e la filiera vitivinicola non fa eccezione” – spiega Giovanni Nigro, responsabile del progetto per Ri.Nova – “il comparto sta affrontando l’aumento dei costi delle materie plastiche che ha colpito tutti i settori e, fino a oggi, è stato costretto a gestire i notevoli costi di smaltimento degli scarti di produzione”.
Grazie a Vivi Plastic Free le aziende potranno recuperare sottoprodotti di campo e di cantina per valorizzarli economicamente e, nel contempo, utilizzare materiali ecocompatibili, biodegradabili e/o compostabili, con un impatto positivo sull’ambiente e sul pianeta.
Il progetto, inoltre, prevede l’applicazione di tecniche e metodologie innovative già mature dal punto di vista scientifico. Si è fiduciosi riguardo alle tempistiche della loro trasferibilità alle imprese del settore che potrà avvenire in tempi molto rapidi.