Vuoi ottenere risultati concreti dal racconto della tua impresa? Poniti un obiettivo e segui questi 3 semplici passi.
Quando si parla di transmedialità non esiste la ricetta perfetta. Per realizzare un impasto narrativo omogeneo c’è bisogno di lavorarlo a lungo. Quando ti accorgi che qualcosa manca, aggiungine un ulteriore quantità e continua ad impastare.
Il racconto transmediale non solo va monitorato già prima di essere sfornato e servito al pubblico, ma va anche e soprattutto rivisitato e adattato in base alle esigenze di chi lo sta creando.
Gli ingredienti essenziali sono tre: emozione, motivazione e coinvolgimento. E’ indispensabile seguire quest’esatto ordine al fine di garantire la buona riuscita del racconto. Ma come proseguire?
Henry Jenkins, nel 2003, definisce la parola transmedia come “un processo dove elementi integrali di una fiction vengono frammentati su più canali narrativi con lo scopo di creare un’unica e coordinata esperienza di intrattenimento. Ogni media dà il suo personale contributo alla storia“.
Direi di partire da qui.
I contenitori in cui decidi di inserire il tuo impasto narrativo determinano la corretta cottura del tuo racconto.
Se realizzi un racconto geniale, ma le piattaforme mediali che hai a disposizione non sono adatte a contenerlo, il tuo sarà stato un lavoro sprecato.
Prima di iniziare a lavorare seriamente, assicurati di avere a disposizione tutti gli strumenti necessari. Misura il tuo impasto con i contenitori mediali che puoi permetterti, in modo che la narrazione vi possa aderire alla perfezione.
Viene definito universo narrativo base proprio perché si parla del nucleo focalizzante della storia.
Gli universi paralleli sono racconti che scoprono la loro ragion d’essere grazie al legame instaurato in precedenza con l’universo base. Si tratta di briciole, pezzi di storie che si intrecciano con un unico racconto cardine.
Per semplificare la fruizione del tuo racconto al pubblico, è necessario creare un solo impasto narrativo a cui legare vari episodi. Gli universi paralleli insieme all’universo base formeranno la tua storia.
Più storie diverse su più piattaforme mediatiche creano solo confusione. Rischi di ottenere risultati contrari, uno di questi è allontanare il tuo pubblico.
Ogni pezzo del tuo racconto avrà vita a sé stante. Ciò non vuol dire che può andare dove gli pare e agire come vuole.
Il tuo impasto narrativo deve essere ben coordinato, altrimenti rischi di creare un pasticcio che una volta reso pubblico difficilmente potrà essere risolto.
Proprio come avviene in cucina, una volta inserito l’impasto sbagliato nel forno non hai più modo di modificarlo. Il risultato farà distorcere il naso ai commensali.
Prima di inserire pezzi della tua storia a caso nelle varie piattaforme mediali, assicurati di aver compiuto tutti i passaggi necessari e di aver valutato al meglio le tue scelte. Solo così riuscirai a non far distorcere il naso anche al tuo pubblico.
Nicoletta Apolito
(Foto di copertina da Canva)