È stato presentato, a Roma, in un incontro con la stampa, un progetto di aggregazione tra vari portatori d’interesse che prevede un lavoro unitario tra i vari enti per diffondere la cultura del Prosecco in Italia e nel mondo e delle colline di Conegliano Valdobbiadene patrimonio dell’umanità.
All’evento, promosso dal senatore Gianpaolo Vallardi, hanno partecipato vari esponenti parlamentari, responsabili dei diversi Consorzi di tutela e la presidente dell’associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco, Marina Montedoro.
“Quando parliamo delle nostre colline” – ha detto Montedoro – “parliamo di un paradigma di biodiversità, di una viticoltura in gran parte eroica e sempre attenta alla sostenibilità, di cultura, di arte e di tradizioni che affondano le radici nella ruralità del Veneto”.
Valorizzare in sinergia questi patrimoni serve oggi per difendere ciò che rende distintivo e competitivo il Made in Italy a livello internazionale.
Secondo il senatore Vallardi, il Prosecco è l’ambasciatore delle eccellenze italiane in Europa e nel mondo ed è tanto apprezzato in ogni parte del globo da essere, fra i prodotti del Made in Italy, il più copiato ed oggetto dell’Italian Sounding, che invece va contrastato con determinazione e vigore.
Le terre venete e friulane curano e perfezionano la coltivazione di quei tralci di vite per dare vita ad un tipo di vino sempre di altissima qualità, dal gusto raffinato e con la presenza di quelle bollicine conosciute nei cinque continenti.
“Il Prosecco è nostro, è simbolo della nostra viticoltura eroica, è una bandiera della nostra terra che non può essere imitato. Confermo che il nostro impegno ci sarà sempre a fianco di chi si batte per difendere un prodotto che è unico come il territorio su cui crescono i suoi vigneti”.
Con queste parole Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, ha commentato il progetto di aggregazione presentato a Roma tra i vari portatori di interesse con obiettivo la tutela del nome del Prosecco.
“È una difesa della nostra storia e della nostra identità” – spiega il Presidente – “a chi pensa di utilizzare il nome Prosek con disinvoltura, ricordiamo che il nostro Prosecco è un vino che si identifica con la nostra cultura, il nostro lavoro e i nostri territori”.
Fare squadra è fondamentale, ricorda Zaia, per unire tutte le forze contro non solo la contraffazione ma anche la confusione di nomi e località di cui può approfittarsene qualcuno a danno dei nostri viticoltori e di una cultura enologica che da noi è di casa da secoli.
“Ribadisco il concetto più volte espresso: il Prosecco è tale perché c’è una riserva del nome con un decreto del 2009, riconosciuto dall’Europa” – conclude Zaia – “e c’è il pronunciamento dell’Unesco che, nel 2019, ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”.