La Federazione Italiana Industriali Produttori, Esportatori ed Importatori di Vini lancia allarme sul settore vinicolo per costi di produzione, crisi internazionale e prospettive 2022, dopo un 2021 che ha dimostrato grandi capacità di resilienza e ripresa dei settori rappresentati dalla Federazione.
Ad incidere sulla cattiva ripresa, altri fattori come:
“I primi segnali di tensione sul fronte dei prezzi e delle materie prime” – sottolinea Federvini – “si sono manifestati negli ultimi mesi del 2021 fino ad arrivare agli allarmi di queste settimane”.
Il report mette in luce che con un valore di circa 3 miliardi di euro nel 2021, le vendite di vini nella Grande distribuzione organizzata (Gdo) hanno segnato una crescita del quasi 4% sull’anno precedente.
Le vendite di spiriti sono cresciute del 6,5% nel 2021 vs il 2020, arrivando a 1,2 miliardi euro, registrando progressi in tutte le categorie.
Le esportazioni di vino hanno superato i 7 miliardi di euro, in crescita del 13% sul 2020. L’export di spiriti ha superato gli 1,3 miliardi di euro nel
2021, +23% rispetto al precedente anno.
“Il 2022 ha tutte le premesse per diventare l’anno della tempesta perfetta” – afferma Micaela Pallini, presidente di Federvini – “da molti mesi lamentiamo una situazione intollerabile rispetto ai costi dei trasporti, che ha danneggiato pesantemente il nostro export. Il progressivo aumento dei costi delle materie prime e dell’energia e la crisi internazionale rendono ancor più difficile la ripresa per i nostri settori”.